Barcellona Pozzo di Gotto, con oltre 41 mila abitanti, è il più popoloso comune della provincia di Messina dopo il capoluogo.

La denominazione di "Barcellona" risale al periodo della dominazione spagnola e proviene da un nobile originario della omonima città catalana, mentre il nome "Pozzo di Gotto" fu voluto da Filippo IV di Spagna per ricordare Nicolò Gotho (il messinese che secondo la tradizione aveva fatto scavare il famoso pozzo che adesso non esiste più). La città è il risultato dell'unione, avvenuta nel 1835, di due località distinte: Pozzo di Gotto, nota già prima del XVI secolo, e Barcellona, fondata intorno alla metà del XVII secolo.

Barcellona presenta interessanti monumenti sacri, quali il Duomo di Santa Maria Assunta, fondato nel 1620 ma totalmente ricostruito nel XIX secolo, la settecentesca Chiesa dell'Immacolata, la Chiesa dei Brasiliani, edificata tra il 1776 e il 1791 con un tondo marmoreo appartenente all'ultima produzione artistica di Antonello Gagini, e il Duomo di S. Sebastiano, di impianto basilicale, costruito nel 1606 e riedificato nel 1936. Al suo interno sono conservate diverse tele del Seicento e del Settecento.

Ci sono inoltre delle importanti zone archeologiche come quelle di Monte S. Onofrio, che ha portato all’identificazione di una piccola acropoli fortificata sulla sommità pianeggiante del monte, quelle di Località Uliveto, che conservano necropoli dei secoli VI-VII a.C.,e quella di Pizzo Lando dove i reperti più rappresentativi sono stati ritrovati a Piano Kannafè e sono costituiti da un ripostiglio di sette tazze carenate e altri numerosi reperti come fuseruole, parti di vasi e di tazze del X sec. a.C. e resti di abitazioni stratificate d’epoca.

 

Nel territorio comunale sono presenti anche due importanti musei:

-        il Museo Etnostorico Nello Cassata, uno dei più importanti in Europa, che rappresenta una mirabile raccolta di oltre tredicimila reperti d'epoca con la ricostruzione di oltre quaranta antiche botteghe;

-        il Parco Museo Jalari, con i suoi particolarissimi viali dalla ricca vegetazione dove sono state costruite centinaia di sculture e fontane in pietra, e 15.000 reperti collocati nelle 42 botteghe artigiane. In questo contesto sorge e si sviluppa l'azienda agrituristica "Jalari" che propone un'interpretazione nuova del turismo e dell'agricoltura alla riscoperta delle tradizioni alimentari.


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